Passa ai contenuti principali

Libri e virus/2

Si riapre
Il 18 maggio le biblioteche (e gli archivi) potranno riaprire, come dichiarato dal primo ministro (26/04). Alcune biblioteche si stanno preparando, ma le questioni da affrontare sono ancora molte (rientro dei bibliotecari dal lavoro agile, materiali e attrezzature per la messa in sicurezza del servizio per utenti e bibliotecari, ecc.).

Quarantene più o meno lunghe
Non è difficile ipotizzare che in questa fase molte biblioteche punteranno in particolare sulla riapertura del servizio di prestito. Come procedere? Direi che per l'Italia gli strumenti ci sono: dalle "indicazioni operative" proposte dall'AIB (https://www.aib.it/attivita/2020/80418-covid-19-e-tutela-della-salute-in-biblioteca/) alle linee guida emanate dall'ICPAL (ICRCPAL), in particolare il paragrafo Gestione delle collezioni (http://www.saf-icpal.beniculturali.it/wp-content/uploads/2020/04/Linee-Guida.pdf ). Con un unico punto (molto) critico: l'indicazione della durata della quarantena per i libri destinati al prestito. Non è questione da poco perché sulla durata si basa gran parte dell'efficacia del servizio. L'AIB propone una quarantena di 72 ore (3 giorni), l'ICPAL di 10 giorni. L'AIB fornisce una sintetica "rassegna delle fonti" a supporto dell'indicazione; l'ICPAL rinvia alla circolare del Ministero della Salute n. 5443 del 22/02/2020 (http://www.trovanorme.salute.gov.it/norme/renderNormsanPdf?anno=2020&codLeg=73195&parte=1%20&serie=null ). La circolare non contiene citazioni specifiche, nel paragrafo Pulizia in ambienti sanitari troviamo scritto "in letteratura diverse evidenze hanno dimostrato che i Coronavirus, inclusi i virus responsabili della SARS e della MERS, possono persistere sulle superfici inanimate in condizioni ottimali di umidità e temperature fino a 9 giorni."

Ricerche in corso
Probabilmente la circolare del Ministero della Salute fa riferimento al noto articolo (che AIB cita in modo chiaro) Persistence of coronaviruses on inanimate surfaces and their inactivation with biocidal agents di G. Kampf (et al.) (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7132493/), una rassegna di 22 di studi sulla persistenza dei virus sulle superfici. Dalla lettura dell'articolo emergono in particolare due osservazioni: 1) i virus possono restare infetti su diversi tipi di materiali dalle due ore fino a 9 giorni ("On different types of materials it can remain infectious for from 2 hours up to 9 days"), con la precisazione che i 9 giorni sono stati riscontrati per le superfici metalliche, di vetro e di plastica ("can persist on inanimate surfaces like metal, glass or plastic for up to 9 days"); 2) non sono state trovate informazioni sulla trasmissibilità dei coronavirus da superfici contaminate alle mani ("Data on the transmissibility of coronaviruses from contaminated surfaces to hands were not found"). Su quest'ultimo aspetto anche il Centers for Disease Control and Prevention (www.cdc.gov), l'agenzia statunitense per la protezione della salute, ha osservato che la trasmissione della SARS-CoV-2 da superfici contaminate dal virus a persone non è stata documentata ("Transmission of SARS-CoV-2 to persons from surfaces contaminated with the virus has not been documented", https://www.cdc.gov/coronavirus/2019-ncov/community/election-polling-locations.html).

Dati scientifici e collaborazione tra biblioteche
Allo stato attuale le informazioni scientifiche sulla trasmissibilità del nuovo virus non forniscono risultati definitivi. Le indicazioni sulla ripresa di alcuni servizi bibliotecari (e archivistici) dovrebbero pertanto, oltre a rispettare le normative, tenere conto non solo dei dati scientifici ma anche di quelli "operativi" ovvero delle informazioni che provengono dall'attività e dalle soluzioni messe in atto dalle diverse biblioteche. Si potrebbe definire un approccio collaborativo, molto simile a quello che abbiamo visto emergere in diversi settori in questo drammatico periodo. IFLA ha scelto questa via, mi pare. Alla rassegna aggiornata della letteratura scientifica affianca l'elenco di iniziative e di buone pratiche delle biblioteche di tutto il mondo aggiornandolo grazie anche alla collaborazione delle associazioni bibliotecarie nazionali (per l'Italia c'è l'AIB ) (si veda https://www.ifla.org/covid-19-and-libraries).
Un cordiale saluto

Post popolari in questo blog

Biblioteche tra Google e Wikipedia

Primary Research Group ha pubblicato una ricerca sui comportamenti di alcune importanti biblioteche statunitensi (universitarie, specilizzate, pubbliche, ecc.) nei confronti dei Mega-Internet Sites quali Google, MSN Search Engine, ecc. Dall'estratto (leggi qui ) si possono trarre alcune interessanti informazioni. Alcuni esempi. Sembra confermata la predilizione delle biblioteche verso Google. Il 52,1% delle biblioteche analizzate ha organizzato dei workshops sull'uso di questo motore di ricerca, contro il 9,1% che ha invece dedicato corsi al search engine di Microsoft. In qualche modo sorprendente il rapporto con Wikipedia considerata da un cospicuo 32% delle bibllioteche una “unreliable information source and don’t recommend its use” mentre il 65,3% la ritiene “generally reliable but to use with some caution”. Addirittura solo il 2,48% delle biblioteche ritiene Wikipedia affidabile come le enciclopedie a stampa. Un altro dato sembra incrinare, almeno in parte, alcun

Pro e contro Wikipedia

Sull'utilizzo di Wikipedia (WP) come strumento di studio segnalo un articolo apparso sul quotidiano francese Liberation (leggi qui ). Si tratta di un'intervista ad un ricercatore che prende le difese dell'enciclopedia on-line rispetto ai recenti attacchi lanciati dall'Inghilterra e dagli Stati Uniti (vedi logo e motto qui a fianco riportati). Queste reazioni si basano su tre critiche di base: 1) WP contiene errori; 2) Gli studenti l'utilizzano come fonte primaria senza verificare le informazioni; 3) l'enciclopedia in linea è facilmente accessibile e dunque "ricopiabile". Il ricercatore francese invita invece a pensare a a WP non soltanto come ad una enciclopedia, ma "come a un progetto enciclopedico e un bene comune dell'umanità". L'avvento di WP ha poi messo in luce due fenomeni: "la babelizzazione di coloro che sono in grado di dare dei pareri" (la traduzione è libera); il superamento dei circoli accademici nella co-cost